Il benessere. Una pratica aziendale condivisa

Condividere la tua azienda. Benessere? Istruzioni per l’uso è l’evento a cui il 18 maggio abbiamo partecipato. Il convegno, organizzato da Viero Negri manager di YouFM, rete d’impresa Bolognese per il facility management aziendale, si è svolto presso gli studi televisivi di Telesanterno/Odeon TV, e ha trattato il concetto di benessere declinato e riferito al contesto specifico aziendale.

SaraCironeGroup vuole esprimere il suo pensiero riguardo a questo tema. Vediamo come.
Tutti gli interventi dei relatori hanno concordato il benessere sia oggi imprescindibile nella vita dell’uomo, a casa come al lavoro.

 
Per Mauro Sirani Fornasini, AD Philip Morris Manufacturing & Technology di Bologna Spa, è importante definire il benessere: lo stato d’animo che definisce lo stare bene. Quindi, l’azienda deve creare l’ambiente per esprimersi e stare bene. «Bisogna cambiare il modo di usare le parole – ha proseguito l’AD di Philip Morris – le “risorse umane” una volta erano considerate “dipendenti”», mentre è opportuno chiamarle persone.

Secondo Paolo di Marco, Docente di Economia presso l’Università di Bologna e Socio Fondatore PDFOR, è importante il benessere per i ragazzi nel mondo universitario. I docenti sono responsabili nel fare «emergere il talento delle persone – ha evidenziato di Marco – (…): occorrerebbe inoltre istituire dei premi per chi valorizza i talenti».

Valeriana Mariani, Fondatrice e CEO di Donna Impresa e DI.International Women, sottolinea il valore dell’ascolto, della condivisione e della libertà di poterci esprimere per quello che siamo, anche nella femminilità, nel contesto di benessere e coesione aziendale: «Non bisogna essere qualcosa che non si è solo per essere accettati. (…) Oggi le donne – ha concluso la Fondatrice di Donna Impresa – chiedono di essere trattate come individui».

Livio Sgarbi, Coach di campioni sportivi, socio e fondatore di EKIS, ha sottolineato come il benessere psicofisico sia fondamentale per gli sportivi e per i lavoratori. Stare bene è libertà mentale e fisica: la nostra energia personale entra in sinergia con gli altri e scopo, visione e ciclo di creazione di valore sono tutti alimentati dall’energia. «La mente va allenata ed educata ad andare contro la sua stessa natura, gioca in difesa e non vuole rischiare, ma noi sappiamo che – ha proseguito Sgarbi – per fare goal bisogna rischiare e nella vita o si cresce o si muore».

Alfredo Saggioro, Medico Chirurgo esperto in medicina e nutrizione funzionale, ha affrontato il tema della corretta alimentazione dentro e fuori l’azienda: il cibo influisce sullo stato di salute ed è la sua qualità a creare benessere. Alimenti freschi e biologici e l’ambiente di lavoro influiscono sulla durata vitale del nostro organismo, che potrebbe funzionare 120 o 140 anni.

Claudio Bighinati, Presidente Confindustria Emilia-Romagna, ha riportato l’opinione di Confindustria e del suo osservatorio: il welfare è tema rilevante e attuale, accanto al tema delle risorse umane e all’innovazione. La responsabilità sociale è un fattore strategico per le imprese di qualsiasi dimensione, già sviluppato nelle piccole e medie imprese, ancora da potenziare nel settore pubblico (tranne che in Emilia-Romagna, dove esiste una piattaforma di welfare).

Valentina Sangiorgi, Chief HR Officer Randstad, nota un confine sempre meno netto tra lavoro e casa dovuto alla tecnologia avanzata. Sembra necessario riprendersi i propri spazi.
Il benessere e la persona
Al centro del concetto di benessere, si colloca il concetto di persona. Ma anche al centro del concetto di azienda si colloca la persona. Appare quindi chiaro, in questa prospettiva, che il pensiero sostenibile rimetta al centro dell’attenzione la persona e, per questo, sia trasformi il contesto aziendale: in esso diviene centrale, per la prima volta, realizzare concretamente il concetto di benessere.
Una modalità possibile che si configura come pratica condivisa capace di coesione e armonia nella comunità aziendale.
Un contesto di edificazione
La civiltà costruisce se stessa attraverso i significati sociali che edifica e che pone a disposizione delle persone: questo processo condiviso contribuisce e alimenta l’evoluzione consapevole e l’innovazione sociale.
Allo stesso modo, esattamente, vogliamo pensare l’azienda come uno spazio sociale che renda possibile l’incontro fra le persone e le esperienze condivise, concorrendo a un miglioramento sia personale che sociale. In azienda, le iniziative volte al benessere determinano l’origine di nuove definizioni sociali disponibili alle persone e rendono concreta una parte significativa del pensiero economico sostenibile.
Un concetto olistico di benessere
Il benessere, in questo senso, possiamo immaginare che sia proprio come una di queste esperienze capaci di restituire autenticità alle persone in azienda. Accanto a un concetto tradizionale di remunerazione materiale, è nostro intendimento aderire a una prospettiva di remunerazione immateriale (vivibilità, qualità, coesione, dignità e valorizzazione di ogni persona), capace di coinvolgere, al pari del benessere, più dimensioni della persona (da quella strettamente materiale a quella culturale, civile, ecologica, spirituale).
Il pensiero sostenibile promuove un benessere olistico, così declinato in senso integrale e completo, volto al miglioramento personale e sociale al tempo stesso.
Il benessere nel pensiero sostenibile
Pensare al benessere in questo modo si accorda pienamente con l’Agenda ONU 2030 (Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile). In particolare, aderisce alla finalità di porre fine alla fame e migliorare la nutrizione attraverso un’agricoltura sostenibile (produzione sostenibile) per la salute e il benessere di tutti (consumo sostenibile) e a quella di fornire un’educazione e apprendimento inclusivi e di qualità per tutti (gli obiettivi ONU corrispondenti sono 2,3,4,12,15).
Per SaraCironeGroup supportare questa prospettiva di benessere rappresenta l’acquisizione di una nuova consapevolezza da parte delle persone: sappiamo bene che questa sia l’unica premessa in grado di tradursi nel nostro agire e in quello degli altri, sfociando in una nuova assegnazione di responsabilità alle persone, le uniche da cui sia possibile partire per una civiltà più piena e più libera.

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