UNA NUOVA VITA PER I TERRITORI

Cosa vuol dire far parte di una comunità? Sarà possibile, una volta cessata l’emergenza sanitaria, dare nuovo impulso economico e sociale al nostro Paese, avere un nuovo slancio che porti alla rigenerazione dei territori? Potrà essere questo momento di crisi un’occasione per riprendere in mano quell’idea di felicità collettiva che fu cara ad Adriano Olivetti?
Secondo noi sì. E adesso vi spieghiamo cosa intendiamo.

Ripartire dalla comunità
Per poter dare una nuova vita ai nostri territori, infatti, riteniamo quanto mai attuale la visione del grande imprenditore piemontese: occorre ripartire dalla comunità, unica via per “superare la separazione tra industria e agricoltura, tra produzione e cultura”. Solo in questo modo, creando sui territori una piena interazione tra mondo economico-produttivo, pubbliche amministrazioni, terzo settore e mondo della cultura è possibile porre le basi affinché si possa creare una rete virtuosa che lavori per il Bene comune e a cascata produca valore condiviso, aumentando il benessere e la qualità della vita dei nostri territori.

Dall’emergenza uno spazio per la riflessione
L’emergenza climatica, sanitaria, sociale e l’uso delle risorse del pianeta che diventano sempre più scarse, ci impongono una seria riflessione sul futuro del nostro sistema di sviluppo e ci spingono sempre più verso la messa in opera di quella ecologia integrale che papa Francesco ci sta indicando come unico modello sostenibile per garantire un futuro ai nostri figli e al nostro pianeta.

Ci troviamo difronte ad una sfida epocale; quella dello sviluppo sostenibile che richiede inevitabilmente un cambiamento di mentalità e un approccio globale ai problemi, per far sì che si possano trasformare le criticità in opportunità, partendo dalla concreta applicazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU all’interno delle singole realtà che ognuno si trova a vivere, piccole o grandi che siano.

Il Patrimonio Territoriale come volano per un equo sviluppo
Come attuare questo cambiamento in vista di una ripartenza? Occorre partire dal nostro Patrimonio Territoriale.
In ogni parte del nostro Paese possiamo ammirare Beni storici (monumenti, chiese, ville, siti archeologici), Beni Naturali (corsi d’acqua, monti, valli, pianure, parchi, coste), Beni culturali (Tradizioni, kow-how, enogastronomia), Beni relazionali (reti di relazioni, luoghi di incontro, cultura, socialità, spiritualità), Beni e servizi economici (imprese, cooperative, consorzi, associazioni di categoria, organizzazioni non profit) e Beni e servizi per la comunità (Pubbliche amministrazioni, utilities, trasporti, forze dell’ordine, Sanità). Occorre partire da questo inestimabile patrimonio, di cui l’Italia è ricchissima e che è legato a doppio filo con la comunità territoriale e che determina il genius loci per creare quell’innovazione sociale capace di creare nuova imprenditoria e una rivisitazione della nostra economia in chiave evolutiva.

Da un sistema competitivo a un sistema collaborativo per il benessere della collettività
Come fare? Occorre mettere a sistema questo patrimonio territoriale affinché possa sprigionare tutte le sue potenzialità. Occorre accettare e sviluppare nuovi strumenti e uscire dell’area di confort. È necessario per esempio lavorare davvero in maniera coordinata e armoniosa, abbandonando il sistema competitivo in favore di un sistema collaborativo e di solidarietà. Solo in questo modo si potranno ridefinire i valori che informano lo stare insieme della società e si potrà raggiungere una maggiore partecipazione sociale. È nelle periferie, infatti, che si gioca la partita dell’innovazione e dello sviluppo futuro della nostra civiltà: è in un sistema più equo e in cui il singolo viene valorizzato nel contesto della propria comunità che si possono potenziare le relazioni e le interazioni sociali, determinando un accrescimento del senso di appartenenza e il riconoscimento del proprio ruolo nella società.

La nostra società diverrà veramente sostenibile solo se realmente orientata al bene comune ed operante nel concreto in questa direzione, solo così sarà possibile creare un valore materiale e immateriale duraturo e più che proporzionale rispetto alle risorse messe in campo. Un valore di cui beneficerà tutta la comunità in termini economici e sociali, e che determinerà un maggiore benessere e una migliore qualità della vita per tutti.

SARA CIRONE GROUP SRL SOCIETÀ BENEFIT

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